martedì 27 agosto 2013

A.O.U.MESSINA - CORSI OSS

 Lo staff della Direzione Strategica Aziendale dell'A.O.U. di Messina comunica che giorno 11 settembre 2011 alle ore 14, presso l'aula Magna sita al 2° piano del padiglione Clopd (odontoiatria), si terrà una riunione per l'avvio dei corsi OSS con il personale interessato.
Attenzione: gli interessati sono invitati a presenziare alla riunione o a comunicare la propria indisponibilità, eventuale assenza non giustificata comporterà l'esclusione dai corsi.

sabato 27 luglio 2013

Sicilia, il carrozzone dei tremila dipendenti del 118


Che la Crocerossa siciliana non fosse un esempio di efficienza lo si era compreso lo scorso febbraio leggendo la relazione della Corte dei Conti. Secondo la magistratura contabile, tutte le assunzioni sarebbero state effettuate all’unico scopo di soddisfare esigenze extrafunzionali di natura occupazionale, assai verosimilmente legate a logiche clientelari e/o di adesioni a pressioni lobbistiche.
«L’istruttoria accertava che in prossimità delle elezioni regionali del 2006, senza alcuna preventiva verifica di utilità ed economicità, e nonostante il legislatore regionale avesse previsto la non prorogabilità della convenzione oltre il 31.12.2005 e il tempestivo abbandono del regime convenzionale, il presidente della Regione, gli assessori regionali e i deputati convenuti in giudizio hanno disposto, sia il potenziamento del numero delle ambulanze, quasi raddoppiandolo (da 167 a 280 ambulanze), sia la diminuzione, da 36 a 30, del monte ore settimanale del personale già in servizio, con conseguente incremento esponenziale del fabbisogno del personale che ha consentito l’assunzione diretta di circa 3000 persone individuate nel bacino del precariato di settore».
Ma per spiegare cosa è successo all’interno della Croce Rossa a trazione sicula bisogna fare alcuni passi indietro. E tornare alla fine degli anni ’90 quando il fenomeno Berlusconi iniziava ad occupare la scena politica dell’isola, e a Palazzo d’Orleans sedeva il forzista Vincenzo Leanza. Infatti fu in quegli anni che si concretizzò la prima convenzione fra la Regione siciliana e la Croce Rossa per la gestione del servizio. Una convenzione che venne considerata un punto di svolta e soprattutto «risolutiva per i problemi di soccorso esistenti in Sicilia». In questo modo si poté passare alla fase successiva, ovvero alla selezione e alla formazione del personale per le ambulanze della trinacria.
Ma nell’isola delle assunzioni “facili”, gestite quasi sempre dalla politica di Palazzo dei Normanni, si presentò davanti agli occhi una occasione ghiotta, da non perdere. In questo contesto iniziò il valzer delle assunzioni a pioggia. Ma guai a parlare di concorsi. La ricerca del personale seguì due direttrici. Una l’utilizzo dei volontari della Croce Rossa, e l’altra la realizzazione di corsi di formazione per autisti, barellieri, e in seguito, per le figure miste di autisti-soccorittori. A gestire i corsi di formazioni ci pensa uno dei più grandi enti di formazioni dell’isola, il Ciapi, di recente coinvolto in uno scandalo perché invece di aiutare i giovani disoccupati a inserirsi nel mondo del lavoro incassava i soldi arrivati dai fondi europei e poi li distribuiva ad amici e politici.
A questo punto il servizio cresce esponenzialmente, la società si trasforma in una partecipata (Sise), passando nel giro di pochi anni da 157 ambulanze a 221. Addirittura nel 2006, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale che incorona per la seconda volta governatore della Regione Totò Cuffaro “Vasa Vasa”, le ambulanze arriveranno a quota 281, quasi il doppio di quelle originariamente previste. E il personale impiegato dalla Sise raggiunge quota 3.020 unità. 
Ma il numero è talmente spropositato che la maggior parte dei dipendenti sono pagati per stare a casa, con uno spreco di denaro pubblico pari a 9 milioni di euro. Come segnala l’edizione palermitana de la Repubblica, «a turno tutti hanno ricevuto parte dello stipendio per ore che non hanno lavorato perché non necessari ai turni ordinari». E, di certo, la situazione non è migliorata quando nel 2010 dalla Sise si passa alla Seus, nuova società partecipata detenuta per il 51% dall’assessorato alla Sanità, e per il 49% dalle aziende sanitarie siciliane. Il piano industriale di Massimo Russo, assessore regionale alla Sanità ai tempi di Raffaele Lombardo, non decolla e la conversione dei lavoratori part time in lavoratori a tempo indeterminato non fa altro che aumentare il caos. Spiega a Repubblica Palermo il presidente del Consiglio di Sorveglianza Giulio Guagliano:
«Conti alla mano, qui ci sono almeno 600 esuberi e deve essere trovato una soluzione: la migliore sarebbe quella di far assegnare più servizi alla Seus dalle Asp, che invece spesso fanno appalti o affidamenti diretti a privati, alimentando un altro mercato sul quale bisogna fare chiarezza».
E Caterina Tusa, segretario regionale Fp Cgil, dice a Linkiesta di aver chiesto un incontro con l’assessore Lucia Borsellino che dovrebbe svolgersi nelle prossime ore,  puntando il dito sulla gestione del 118 siculo: «Noi vogliamo che il servizio sia adeguato e soddisfi i cittadini, e sopratutto che vengano tutelati i lavoratori. Oltretutto la Sues come nuova società ha goduto in questi anni di sgravi fiscali che dal 2014 finiranno. Quindi i costi continueranno ad aumentare». A colorare ancora di più il quadro, già farcito di sprechi di denaro pubblica, arriva il Presidente della Commissione regionale Sanità Giuseppe Di Giacomo: «La prossima settimana istituirò la sottocommissione di indagine così come annunciato nei giorni scorsi. Le denunce sono arrivate in commissione, dove le associazioni che lavorano per le Asp a delle precise tariffe, sostengono anche ci sono altri soggetti che vengono autorizzati dalle aziende sanitarie e che sarebbero in odore di mafia».  Insomma il cerchio si chiude. 



sabato 25 febbraio 2012

VIENI VOTA SCEGLI




AL POLICLINICO DI MESSINA SCEGLI LA LISTA FLC CGIL E VOTA CARNEVALE

sabato 18 febbraio 2012

lunedì 3 ottobre 2011

NIDO AZIENDALE DEL POLICLINICO “G. MARTINO”: MERCOLEDI' CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE


Giovedì l’inaugurazione della struttura e venerdì, a Villa Pace, un convegno per discutere di benessere organizzativo e qualità degli ambienti di lavoro

Conciliare i ritmi della vita lavorativa con quelli familiare. È stato creato pensando a tutti i dipendenti che hanno queste esigenze il nuovo nido aziendale del policlinico "G. Martino".
Mercoledì nel corso di una conferenza stampa, alle 10, 30 presso il padiglione L al terzo piano, il direttore generale dell' azienda ospedaliera universitaria, dott. Giuseppe Pecoraro, incontrerà i giornalisti per illustrare le caratteristiche della nuova struttura che sarà poi inaugurata giovedì alle 17,30.

Destinato ai figli dei lavoratori dell'azienda, il micronido sarà aperto tutto l'anno (tranne il mese di agosto), dalle 7,30 alle 18,30, e potrà ospitare fino a un massimo di 24 bambini, di età compresa tra i tre mesi e i tre anni.

Al policlinico di Messina oltre il 40% di personale è costituito da donne; la scelta di creare uno spazio dedicato ai più piccoli nasce dalla volontà dell'azienda di venire incontro alle esigenze delle famiglie, e in particolar modo delle mamme lavoratrici.

La validità di un sistema che costruisce le sue politiche organizzative pensando alla qualità e al benessere del luogo di lavoro è comprovata anche da una recente indagine della International Personell Management pubblicata dal Financial Times, secondo la quale la "riorganizzazione del benessere aziendale" genera un miglioramento del 30% delle prestazioni individuali e l'allineamento del personale al 100% degli obiettivi.

E proprio di benessere organizzativo si discuterà venerdì a Villa Pace, a partire dalle 9,15, durante il convegno organizzato dall'AOU "G.Martino" e dalla Federazione Italiana aziende sanitarie e ospedaliere (FIASO) su "Benessere Organizzativo come leva delle performance aziendali. Quali strategie per una Nice Company in Sanità?". Durante la mattinata di studio saranno analizzati i risultati dell'ultima ricerca condotta dal laboratorio FIASO da cui emerge l'importanza di un sistema che valorizza la qualità dell'ambiente di lavoro come strumento per incentivare i dipendenti.

domenica 2 ottobre 2011

CONCORSO AUSILIARI ASP 5 E CGIL MESSINA

L'ASP 5 di Messina ha indetto il concorso pubblico, per titoli e prova d'idoneità, per la copertura a tempo indeterminato di n. 43 posti di ausiliario specializzato addetto ai servizi socio- assistenziali (categoria A). E' il risultato della lunga battaglia condotta dai lavoratori e dalla CGIL in completa solitudine commentano Clara Crocè Segretario Generale della FP CGIL e Franco Di Renzo Responsabile del Dipartimento Salute della CGIL. Il bando è stato pubblicato in data odierna sulla GURS.

La graduatoria rimarrà efficace per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione, per eventuali coperture di posti comunque disponibili secondo le vigenti disposizioni. Inoltre la graduatoria potrà, potrà, essere utilizzata per il conferimento secondo l'ordine della stessa, di eventuali incarichi per la copertura di posti disponibili per assenza o impedimento del titolare.

E' un risultato importante, ma esprimiamo un giudizio negativo rispetto al numero dei posti messi a concorso. Riteniamo- continuano Crocè e Di Renzo - infatti insufficienti i 43 posti messi a concorso e i 28 posti che dovranno essere coperti mediante le procedure di mobilità regionale e interregionale, per coprire le esigenze assistenziali, nei vari presidi ospedalieri e nel territorio.

Con la pubblicazione del concorso, è la prima risposta alla domanda occupazionale dei precari dell'ASP5 che da vent'anni prestano servizio presso i vari presidi ospedalieri,organizzati dalla FP CGIL e dalla CGIL., hanno condotto una lunga battaglia, occupando per mesi il cortile dell'ASP5, la fiaccolata per le vie della città concludono Crocè e Di Renzo. 

(IMGPress)

sabato 1 ottobre 2011

Medicine dimezzate a malati di tumore 'per far quadrare i conti - scandalo a Palermo

Truffa sulla pelle dei malati di tumore.

 A scoprirlo i Nas palermitani. Le intercettazioni shock confermano la pratica aberrante: nell'inchiesta della Procura sono finite tre cliniche palermitane e 17 persone sono indagate per una truffa su rimborsi di esami e ricoveri.

Una seduta di chemioterapia in regime di “day service” veniva rimborsata dalla Regione siciliana 100 euro, mentre, secondo la clinica Latteri di Palermo, ne costava 250. Risultato: un farmaco disintossicante, il Tad, non veniva più somministrato ai pazienti malati di tumore, che soffrivano e accusavano malori dopo la seduta.
I vertici delle tre strutture, 17 persone in tutto, sono indagati per una truffa sui rimborsi di esami e ricoveri. Le indagini sono scattate nel 2009 e hanno passato al setaccio un arco temporale che va dal 2007 ad oggi. Ora, grazie alle cimici piazzate negli uffici della clinica Latteri, gli investigatori hanno fatto luce su un 'prassi' utilizzata dalla struttura per far quadrare i conti. 
La conferma della mancata somministrazione del disintossicante arriva dalla telefonata, intercettata, di un paziente alla dottoressa Valerio, avvenuta il 14 settembre 2009: “Sono rosso in viso – dice salvatore D. – come se avessi delle vampate. Anche negli occhi… E perchè questa volta la Tad non l’avete fatta?”.
In sostanza, i carabinieri del Nas hanno scoperto che il Tad, un farmaco disintossicante generalmente dato ai malati di tumore dopo la chemioterapia, veniva somministrato solo ai pazienti ricoverati, anche in regime di day hospital, ma non a quelli in day service, perche' in quest'ultimo caso la Regione rimborsava solo 100 euro a seduta, a fronte di un costo di 250. ''Glielo devi fare (il Tad ndr), il paziente vomita, si disidrata'' dice un medico alla dottoressa Maria Teresa Latteri, che gestisce la clinica. Ma Latteri e' risoluta: ''Allora - dice - non hai capito che la prassi che fai tu costa alla clinica 250 euro e quello (l'assessore alla Sanita' ndr) mi da' 100 euro?''.
L’assessorato segue da vicino, da molto vicino, l’evolversi delle indagini della magistratura e dei Nas ai quali va il ringraziamento mio e dei siciliani. Sappiamo perfettamente che siamo all’inizio di un’indagine ben più complessa e articolata che metterà a nudo quel tipo di sistema che abbiamo ereditato e che sto combattendo con forza
fin dal giorno del mio insediamento, grazie anche a una forte collaborazione con le forze dell’ordine” - afferma
l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, dopo le notizie sulle indagini della magistratura nei confronti della clinica palermitana Latteri. “I fatti contestati, se confermati, sono di inaudita gravità e adesso vedremo se ci sono le condizioni per adottare fin da subito i consequenziali provvedimenti amministrativi, compresa la revoca del convenzionamento. Credo che sia chiaro – aggiunge Russo – il senso delle mie numerose denunce contro il malaffare e nei confronti di alcune lobby che hanno speculato sulla sanità: così come è ancora più chiaro adesso il perchè di certe iniziative nei miei confronti atte a delegittimarmi con il fine evidente di provare ad arrestare l’irreversibile processo di cambiamento della sanità voluto con estrema determinazione da questo governo”.
“Sono scomodo – conclude -e a molti non piace il mio concreto agire per fare rispettare le regole che ovviamente valgono per tutti, per il pubblico e per il privato”.

lunedì 12 settembre 2011

SALVATORE GIUFFRIDA SI DIMETTE - IL RITORNO DI FRANCESCO POLI VERSO LA ASL 5 MESSINA, MA SULLA SANITÀ SERVIREBBE PIÙ DECENZA


Per parlare di Sanità a Messina non bisogna per forza partecipare a pranzi e cene né far parte di qualche circolo snob: basta essere senza lacci né scheletri. In questo preciso momento parlare liberamente di Sanità è necessario dopo il ciclone regionale “Russo – Lombardo” che ha mandato in frantumi tante certezze e rimesso in pista per Messina una vecchia conoscenza: Francesco Poli che sarebbe pronto a trasferirsi Asl 5 Messina per curare la malattia provocata per così dire dalle dimissioni di Salvatore Giuffrida. Francesco Poli, dunque quale cura o sanzione per i conti in rosso? Battute a parte la Sanità che finisce sotto esame è il segnale che una volta di più Raffaele Lombardo ha fallito. E con lui, Massimo Russo. Non basta usare slogan e facce brutte (di circostanza) per dirsi promossi né dichiarare: saranno tutti valutati sulla base di rigidissimi obiettivi di gestione. Alla Sanità siciliana servirebbe più dignità e ricerca di persone comuni per gestire le strutture e non nomi pluridecorati dalla politica. Solo così si garantirà un servizio umano per l’ammalato. Professionisti normali, ma etici e trasparenti che mettano a disposizione della comunità le loro storie esemplari, il loro modo di pensare e vivere: solo così la risalita sarebbe possibile. Tanto per non andare troppo lontano è bene dire che Messina ha urgentemente bisogno di manager sanitari umani dopo aver dovuto metabolizzare i costi necessari della politica lobbistica. Sanità efficiente significa vite umane salvate anche se poi la cronaca fa presto a dimenticare, presa com'è da altri impegni. Ma il dolore dei parenti rimane, insanabile, inspiegabile. Ed è un dolore acuito dai misteri che avvolgono spesso la morte in corsia o in sala operatoria. Dove se non ti muovi con cautela le cosiddette autorità cercano di mettere tutto a tacere prima della proverbiale lunghezza delle indagini, con i troppi perché che attendono una risposta. Dunque sanità e riforme, sanità e sprechi, sanità e veleni. Oggi dovrebbe essere tutto diverso con i blog, i media, le inchieste giornalistiche: si parla, sì , ma soprattutto si tace, sulla Sanitopoli messinese. Ai pochi indignati dello Stretto il doloroso compito di tenere viva la memoria, di cercare la verità anche se non c’è stata una morte. Ecco, cosa resta della tanta informazione sulla Sanità che a Messina è anche l’omicidio del professore Matteo Bottari, ma non solamente quello. C’è del marcio nel gestire i farmaci, nel fare i turni negli ospedali, nel reclutare gli infermieri o le stesse ambulanze. Marcio e marciume da far schifo. Sì, abbiamo l'impressione che la sanità non stia passando un bel momento: mancano gli uomini, manca la politica, manca la volontà, se è vero che certe notizie ormai le va a scovare solo il rompiballe di turno, quello più onesto. Eppure la storia della Sanitopoli è lì a testimoniare quanto lavoro ci sarebbe da fare e come l'informazione di noi indignati si offra quale amaro antidoto alle certezze di impunità della stessa macchina sanitaria. Che poi, non dimentichiamolo, è guidata da manager pluridecorati dalla politica: un giorno sono bravissimi e l’altro un po’ meno. Ma sempre a galla mentre gli ammalati affondano, se non addirittura crepano, per una medicina non idonea alla cura.