mercoledì 27 ottobre 2010

CARCERI: Assessore Sanità Sicilia Massimo Russo, impegno per trasferimentio funzioni sanitarie


La Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale ha ascoltato oggi il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e l'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, sulla situazione della sanita' penitenziaria nell'Isola. E' stato affrontato il tema del trasferimento delle competenze dallo Stato alla Regione e il caso della reintegrazione socio-lavorativa di 31 soggetti detenuti presso l'Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese.

La Commissione d'inchiesta guidata da Ignazio Marino , che durante un'ispezione ha trovato l'Opg di Barcellona in condizioni molto critiche, ha rilevato che la Regione siciliana non ha ancora assunto la gestione della cosiddetta sanita' penitenziaria. L'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto copre per il bacino d'utenza maschile la Calabria, la Basilicata e la Puglia, per quello femminile il Lazio, l'Abruzzo, il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata e la Calabria.

"Cio' si e' verificato - spiega l'assessore alla Salute Massimo Russo - perche' la Commissione paritetica Stato-Regione non ha emanato le norme di attuazione per il recepimento del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del primo aprile 2008, che regola la materia. Le funzioni, dunque, fanno ancora capo al ministero della Giustizia, cosi' come e' appunto stabilito dallo stesso Dpcm". La Commissione ha chiesto alla Regione la disponibilita' a favorire le dimissioni di 31 detenuti dall'ospedale giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto

Contestazione circolare che vieta di dare cibo ad animali randagi all'interno del Policlinico di Messina

Di seguito la circolare in oggetto contestata a firma della prof. R. Ristagno direttore di presidio▼


Qui sotto invece la nota di risposta del dirigente sindacale cgil Domenico Carnevale, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza▼

DOMENICO CARNEVALE
Rappresentante dei  lavoratori
per la sicurezza
Dirigente Sindacale CGIL
Componente RSU
Componente del Consiglio
di Amministrazione dell’Università
di Messina
e-mail:dcarnevale@unime.it                                           


                                  Al     Direttore  Generale
                           Al Direttore Sanitario
                          Al Responsabile del Servizio 
                          Di Prevenzione e Protezione                           Al Medico Competente
                                                                 
                                                              p.c.                     
     Al Direttore Sanitario di Presidio
                                                                       A.O.U. di Messina
                                                                             Loro Sedi

Oggetto: Divieto di fornire cibo ad animali randagi - Circolare Direttore Sanitario di Presidio.


Lo scrivente con riferimento alla nota di cui all’oggetto, nel contestare tale circolare che sicuramente non è ne propositiva ne risolutiva alla problematica in oggetto, ma bensì usa toni minacciosi nei confronti degli operatori di codesta Azienda, che a dire del Direttore Sanitario di Presidio,danno da mangiare agli animali randagi (cani,gatti,colombi,ecc,) e a tutela degli animali che,certamente,  non possono essere condannati a morire di fame all’interna dell’Azienda.  
         Propone, alle SS.LL., al fine di evitare eventuali aggressioni (morsi,graffi,ecc.) nei confronti dell’utenza o degli stessi dipendenti dell’Azienda, di provvedere a segnalare la problematica alle Autorità competenti: ASP 5 di Messina,Comune di Messina,Il Canile Comunale oppure alle associazioni a tutela degli animali.
         Si allega copia della circolare del Direttore Sanitario di Presidio.
Distinti saluti.
Messina,

                                                                  Domenico Carnevale

martedì 26 ottobre 2010

DIRIGENZA VETERINARIA SSN IN PENSIONE A 70 ANNI


La Camera dei Deputati ha approvato, in via definitiva, il Ddl in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.

Diventa quindi legge anche la possibilità di pensionamento a 70 anni dei medici dirigenti (art. 22 del ddl) e la possibilità per le amministrazioni pubbliche di sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale già adottati prima del 2008.

Due possibilità contro le quali si erano duramente espressi i sindacati medici. Secondo il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, ad essere colpiti saranno anche "i medici giovani e con incarichi professionali che si vedono ulteriormente preclusa la carriera dagli apicali, a partire dai direttori di struttura complessa che avranno maggiore interesse a rimanere in servizio". La legge prevede infatti che i medici pubblici possano andare in pensione, su propria istanza, con 40 anni di contributi effettivi, ma senza oltrepassare i 70 anni di età. "Ma poiché quasi tutti i medici sono assunti dopo i 30 anni, questa legge di fatto introduce il pensionamento a 70 anni", osserva Cozza. Una "iniquità che - secondo il leader della Fp Cgil Medici - si aggiunge alla possibilità di revoca del part time per le donne medico, scelta in primo luogo dettata da necessità familiari, e più in generale ad una legge sbagliata che colpisce i diritti di tutti i lavoratori".

Della stessa opinione Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao Assomed: "L'Anaao ha in ogni occasione e sede richiesto di risolvere la piaga del lavoro precario che nega i diritti contrattuali a migliaia di medici e riceviamo in risposta un ulteriore blocco alla loro stabilizzazione ed un prevedibile allargamento del fenomeno". Il Ddl Lavoro "penalizza i diritti sociali ed il lavoro" e dà alle amministrazioni la possibilità "di revocare i contratti già stipulati, colpendo i medici donna che costituiscono quasi il 60% dell'universo professionale medico" e che secondo Troise saranno ancor più penalizzate ancor più di oggi da una organizzazione del lavoro che già oggi compromette la loro sfera familiare e professionale.

E' "il trionfo della gerontocrazia nella dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Sistema sanitario nazionale, che crea ostacoli al rinnovo delle intelligenze senza alcun risparmio nelle aziende", .secondo il sindacato dei veterinari di medicina pubblica. "L'ennesima norma discrezionale - afferma il Sivemp - messa a disposizione delle aziende per la gestione del personale dirigente: si dà la possibilità da una parte di rottamare i dirigenti sgraditi ancorché di età inferiore a 65 anni, dall'altra di consentire la permanenza in servizio dei dirigenti graditi fino a 70 anni". (fonte: quotidianosanita.it)

VIDEO CHOC, INFERMIERA STACCA RESPIRATORE PER SBAGLIO

Distrazione fatale: un'infermiera inglese e' stata filmata mentre staccava accidentalmente il respiratore di un uomo tetraplegico che ha riportato gravi danni al cervello. Il video e' stato mandato in onda dalla Bbc e documenta l'incidente in seguito al quale l'uomo e' rimasto per 21 minuti senza ossigeno.

GUARDA IL VIDEO

L'episodio e' avvenuto a Devizes, nel sud-ovest dell'Inghilterra. Jemie, questo il nome del paziente, rimase paralizzato dal collo in giu' nel 2002 dopo un incidente stradale. I familiari avevano installato una telecamera nascosta nella sua stanza dopo aver sollevato dubbi sull'assistenza domiciliare privata di cui l'uomo si serviva.
L'infermiera e' stata sospesa mentre le autorita' stanno conducendo le indagini per appurare le responsabilita'. Nel video si vede la donna che sbadatamente stacca il respiratore e poi tenta in modo goffo di rianimare il paziente.
"Che cosa hai fatto?", le urla un collega.
"Ormai non ha piu' una vita", ha commentato la sorella, Karren, che ha raccontato come l'uomo, prima dei danni cerebrali subiti dalla mancanza d'ossigeno, riusciva a far funzionare una sedia a rotelle e a usare il computer attraverso una tecnologia a comando vocale. Secondo un rapporto dei servizi sociali, l'agenzia di assistenza domiciliare e infermieristica non ha fornito una sufficiente preparazione al suo personale. .

sabato 23 ottobre 2010

ASP Messina Avviso Pubblico

ASP Messina
Avviso Pubblico
Questa Amministrazione
comunica di aver indetto Avviso Pubblico per la formulazione di una graduatoria per soli titoli per il conferimento di eventuali incarichi temporanei di Dirigente Medico dell'Azienda Sanitaria Provinciale n. 5 di Messina nella sottoelencata disciplina:
Dirigente medico di Medicina e Chirurgia d'accettazione e d'urgenza.
Il termine per la presentazione delle domande scade il 3 novembre 2010.
Per informazioni rivolgersi all'Ufficio Concorsi - Via La Farina n. 263 - 98123 Messina - Tel. 0903652749/2752 nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 11 alle ore 13.
Sul sito internet aziendale www.ausl5.messina.it - Sezione Bandi sono riportate le modalità di partecipazione.
IL DIRETTORE SANITARIO
Dott. Santo Conti
IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO
GESTIONE RISORSE UMANE
Affari Generali Legali e Contenzioso
Agostino Giorgianni
SCARICA BANDO E FAC-SIMILE DELLA DOMANDA QUI

Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ QUELLI CHE IL POLICLINICO Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ

DOCUMENTO INTEGRALE DELLA FLC CGIL DI MESSINA SULLA ESTERNALIZZAZIONE DEL SERVIZIO AMBULANZE

Federazione Lavoratori della Conoscenza
Via Peculio Frumentario,6
98100 Messina
tel. 090 672481 - fax 090 661862
cell. 339-2989168 - e-mail: fdirenzo@unime.it

                                                                                  Prot. n. 44
                                                                  Messina, lì 22.10.2010

                                                                  Al Direttore Generale
                                                                  AOU di Messina

                                                                  Al Direttore Sanitario
                                                                  AOU di Messina

                                                                  Al Direttore Amministrativo
                                                                  AOU di Messina

                                                                  Al Direttore Sanitario di Presidio
                                                                  AOU di Messina

Oggetto: Delibere Direttore Generale del 21.12.2009, n. 300, del 22.04.2010, n. 331, e del 14.10.2010, n. 781: violazione art. 21 Legge Regione Sicilia 14 aprile 2009, n. 5.

La scrivente O.S. ritiene che le Delibere del Direttore Generale del 21.12.2009, n. 300, del 22.04.2010, n. 331, e del 14.10.2010, n. 781, avente ad oggetto l’affidamento ad una ditta privata “Croce Amica One srl” della copertura di un turno di notte (h 20,00/h 8,00) del servizio di ambulanze, dapprima per un periodo di quattro mesi e successivamente con due proroghe di quattro mesi ciascuno, violi l’art. 21 della Legge Regione Sicilia 14 aprile 2009, n. 5, nella parte in cui afferma che
1.  E' fatto divieto alle Aziende del Servizio sanitario regionale ed agli enti pubblici del settore di affidare mediante appalto di servizi o con consulenze esterne l'espletamento di funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o di unità operative aziendali. 2.  Nei casi di comprovata necessità derivante da carenza di organico degli uffici o unità operative ovvero per cause non ascrivibili a scelte della direzione generale, è possibile derogare al divieto di cui al comma 1, con provvedimento del direttore generale adeguatamente motivato e nel rispetto delle modalità previste dal comma 6 dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modifiche ed integrazioni, da sottoporre alla preventiva approvazione dell'Assessorato regionale della sanità e da comunicare successivamente alla Corte dei conti. 3.  La violazione delle disposizioni di cui ai commi precedenti comporta diretta responsabilità, anche patrimoniale, del direttore generale.

Il costo per ciascun affidamento di quattro mesi è pari a Euro 45.071,40 più IVA, per cui l’ammontare complessivo per i quattro mesi più le due proroghe è pari a Euro 135.214,20 esente IVA. Invece il costo che l’Azienda avrebbe dovuto sostenere per assumere 5 autisti, e così coprire non un solo turno di notte, ma bensì anche quello di mattina e di pomeriggio sarebbe stato pari ad Euro 91.969,20 (CCNL Biennio Economico 2008-2009 Personale di Comparto Sanità posizione economica Bs 0). E’ di tutta evidenza, a parte il divieto contenuto nella norma sopra citata, la notevole differenza di costo e anche in termini di quantità e qualità della scelta operata dall’Amministrazione dell’AOU: ad un costo inferiore si sarebbe potuto avere un servizio che copriva tre turni completi e quindi migliore. E’ appena il caso di ricordare che la stessa citata Legge Regione Sicilia 14 aprile 2009, n. 5, all’art. 29 afferma:

1.       La validità delle graduatorie dei concorsi espletati dalle Aziende sanitarie ospedaliere e territoriali in scadenza nel biennio 2009-2010 è prorogata al 31 dicembre 2010. Le nuove Aziende istituite ai sensi della presente legge possono, ove necessario, attingere alle predette graduatorie dei concorsi espletati dalle Aziende cui subentrano.

Ebbene esiste presso l’AOU di Messina una graduatoria per autisti di ambulanza, che in base alla norma sopra citata è prorogata al 31 dicembre 2010, a cui si sarebbe potuto attingere per offrire un  servizio migliore ad un costo inferiore. E, comunque, perché non coprire eventuali turni di autista scoperti con il personale attualmente in forza al Servizio Ambulanze?
La Delibera del 14.10.2010, n. 781, interviene, poi, con notevole ritardo rispetto alla scadenza contenuta nella Delibera del 22.04.2010, n. 331: infatti il servizio affidato avrebbe dovuto cessare alle ore 8 del 12.09.2010. Pertanto dal 12.09.2010 al 14.10.2010 il servizio in questione prosegue senza alcuna copertura deliberativa e quindi impegno di spesa. Peraltro solo il 6 ottobre 2010 il Direttore Sanitario di Presidio, con nota appunto del 06.10.2010, prot. n. 46785, (nota allegata alla Delibera del 14.10.2010, n. 781) segnala che l’affidamento effettuato con Delibera del 22.04.2010, n. 331, è scaduto il 12.09.2010. Nella stessa nota il Direttore Sanitario di Presidio annota a penna la richiesta di proroga per altri quattro mesi, senza alcuna motivazione rispetto alla richiesta stessa.
Inoltre la Delibera del 14.10.2010, n. 781, così come quella del 22.04.2010, n. 331, autorizza la proroga nelle more che entri a regime il nuovo organismo senza scopo di lucro, composto dalle Aziende Sanitarie Provinciali, dalle Aziende Ospedaliere e dalle Aziende Ospedaliero-Universitarie della Regione Siciliana, che persegue, ai sensi dell’art. 24, c. 10 della l.r.s. n. 5 del 2009, la collaborazione organizzativa e gestionale, dei servizi di emergenza sanitaria nell’ambito del Servizio Emergenza Urgenza Siciliano e provvede a tutte le attività strumentali connesse alla gestione del rapporto con l’utenza, ivi compreso il trasporto intra-ospedaliero, ai sensi dell’Atto di intesa tra Stato-Regioni del maggio 1996: ebbene per quanto attiene il trasporto intra-ospedaliero questo non potrà entrare probabilmente in funzione non prima della fine del 2011. Allora perché l’AOU continua con il sistema delle proroghe?
Infine in ogni caso, e prescindendo dalle osservazioni sopra esposte, perché coprire con un’ambulanza privata un turno di notte, quando è nel turno di mattina che si registra la maggiore richiesta di intervento da parte delle unità operative, come già sottolineato dalla scrivente O.S. in una nota nel lontano 25 gennaio 2010, prot. n. 5.
Per le ragioni sopra esposte la scrivente O.S. chiede che l’Amministrazione dell’AOU annulli in autotutela la Delibera in oggetto. In caso contrario la scrivente O.S. si vedrà costretta ad agire nelle sedi compenti, secondo quanto prescritto dall’art. 21 della Legge Regione Sicilia 14 aprile 2009, n. 5.
         Distinti saluti.

                                                                p. La Segreteria FLC CGIL Messina

venerdì 22 ottobre 2010

Policlinico, la Flc interviene sul servizio ambulanze: « No all’affidamento diretto alla Croce Amica One srl »



Di Renzo: “Nelle procedure elementi controversi. Si profila la violazione di norme regionali. Possibile, doveroso e meno oneroso ricorrere a personale in graduatoria”.
La Flc Cgil accende i riflettori sul servizio ambulanze del Policlinico universitario.
Attraverso il proprio responsabile di settore, il segretario Provinciale Franco Di Renzo, ha inviato al direttore generale del Policlinico di Messina una nota nella quale si contesta l’affidamento ad un’impresa privata del turno di notte ( 20.00 – 8.00) del servizio di ambulanze in quanto in contrasto con le norme regionali, eccessivamente onerosa e adottata con modalità controverse.
In particolare la Flc contesta tre delibere, l’ultima delle quali adottata nei giorni scorsi, con le quali il Direttore generale del Policlinico ha prima affidato e poi prorogato l’affidamento diretto ad una impresa privata, la “Croce Amica One srl” del turno di notte del servizio di ambulanze con un costo di oltre 45mila euro ad affidamento per 4 mensilità ciascuno.

“Il costo per ciascun affidamento di quattro mesi è pari a Euro 45.071,40 più IVA, per cui

l’ammontare complessivo per i quattro mesi più le due proroghe è pari a Euro 135.214,20 esente IVA – scrive Di Renzo nella nota inviata al direttore generale del Policlinico-. Invece il costo che l’Azienda avrebbe dovuto sostenere per assumere 5 autisti, e così coprire non un solo turno di notte, ma anche quello di mattina e di pomeriggio sarebbe stato pari ad Euro 91.969,20. E’ di tutta evidenza, a parte il divieto contenuto nella norme regionali, la notevole differenza di costo oltre che la quantità e qualità del servizio. Ad un costo inferiore si sarebbe potuto avere un servizio che copriva tre turni completi e quindi migliore”.

Di Renzo ricorda infatti come diverse norme regionali, con l’obiettivo di razionalizzare la spesa sanitaria, vietino alle aziende del Servizio sanitario regionale di affidare all’esterno funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o unità operative aziendali. “Inoltre- aggiunge Di Renzo-, sempre la recente normativa regionale ricorda che laddove esistano graduatorie valide, è possibile attingervi per il personale che si rendesse necessario. Non comprendiamo quindi perché affidare il servizio all’esterno spendendo di più e mancando il duplice risultato di dare risposte ai cittadini in ordine alla qualità del servizio e alle legittime attese occupazionali”.

Nel chiedere all’azienda di annullare in autotutela la delibera di proroga, Di Renzo ricorda anche come la tempistica dell’affidamento e delle successive proroghe abbia modalità controverse che espongono chi ha adottato tali provvedimenti.
“L’ultima delibera di proroga (la n.781 del 14.10.2010) è stata adottata con notevole ritardo rispetto alla scadenza contenuta nella precedente delibera. Infatti il servizio affidato avrebbe dovuto cessare alle ore 8 del 12 settembre. Dal 12 settembre al 14 ottobre quindi il servizio in questione è proseguito senza alcuna copertura deliberativa e quindi impegno di spesa. Solo il 6 ottobre il Direttore Sanitario di Presidio, segnala che l’affidamento è scaduto e annota a penna la richiesta di proroga per altri quattro mesi, senza alcuna motivazione rispetto alla richiesta stessa. Tutto questo – commenta Di Renzo-, ci fa chiedere ad alta voce l’annullamento in autotutela della delibera viceversa ci troveremo costretti ad agire nelle sedi competenti”.



fonte tempostretto.it

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori


Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero

L'Ue lancia il congedo di paternità obbligatorio: per 15 giorni babbi a casa col bebè, 20 settimane per le mamme

L’Unione Europea si muove in direzione della tutela della famiglia rafforzando l’istituto dei congedi parentali.
Non solo il congedo di maternità dovrà essere di 20 settimane, pagate al 100%, delle quali sei obbligatorie dopo il parto, ma i padri avranno diritto a stare accanto alle loro compagne ed ai loro figli per almeno due settimane, anch'esse pagate al 100% del salario. E questo non solo per i genitori naturali, ma anche per quelli adottivi. È la proposta di direttiva varata in prima lettura a Strasburgo con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti dopo la votazione di oltre un centinaio di emendamenti.
L’opposizione - Il testo - che va oltre la proposta della Commissione (18 settimane) - ora dovrà passare al trilogo, ai negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue, prima di tornare all'Europarlamento per l'approvazione. È previsto che la proposta scatenerà molte polemiche e opposizione è già stata annunciata da Francia (dove il congedo è di 14 settimane) e Gran Bretagna (si conserva il posto per 52 settimane, ma il congedo è obbligatorio solo nelle prime due dopo il parto, pagate al 90% solamente le prime 6, nelle successive sussidio minimo di disoccupazione). Londra valuta che la direttiva le costerebbe almeno 2 miliardi di sterline.
In Italia - Per le mamme italiane, che hanno una delle legislazioni più favorevoli dell'intera Europa, significherebbe un miglioramento di paga (attualmente ridotta, salvo patti aziendali, all'80%) ma non cambierebbe molto nelle condizioni di lavoro (attualmente è obbligatorio il congedo due mesi prima della nascita e per i tre mesi successivi). Per i padri, e per la famiglia nel suo insieme, sarebbe invece cambiamento significativo: le due settimane previste (ma prese solo da un papà su 5) sono garantite se la neomamma torna al lavoro o in altri casi particolari.
Pro e contro - A fronte delle perplessità da conservatrici come la francese Morin-Chartier ("proposta demagogica e irresponsabile") o della liberale inglese Elizabeth Lynne ("non bisogna rovinare i sistemi che funzionano"), il settore italiano del parlamento europeo ha accolto con soddisfazione bipartisan la proposta che punta a stimolare le nascite in un continente che invecchia. "E' importante, pur in una fase di crisi economica come questa - ha osservato Silvia Costa (Pd) - che il Parlamento europeo abbia affermato che la maternità è un valore sociale". E dal Pdl la giovane Barbara Matera ha sottolineato che il provvedimento appunto "aiuta a contrastare due fenomeni in costante crescita in Europa: il calo dei tassi di nascita e l'invecchiamento della popolazione", mentre la neomamma Licia Ronzulli - che ha votato con la figlia Virginia al petto - ha parlato di "importante passo avanti che aiuterà milioni di donne europee a conciliare meglio il ruolo di madre con quello di lavoratrice".
Saltamartini e Mosca preparano la norma italiana - "Esprimiamo grande apprezzamento per il voto di Strasburgo sulla direttiva in tema di maternità. Finalmente tutte le donne europee potranno ricevere una tutela rafforzata e soprattutto omogenea. In Italia la legislazione in materia è già all`avanguardia ma manca quasi del tutto una cultura della paternità. Proprio per questo riteniamo assai rilevante la previsione, contenuta nella direttiva Ue, di un congedo di paternità retribuito per due settimane. Sulla questione la Commissione Lavoro della Camera sta già lavorando, su impulso delle sottoscritte". E' quanto dichiarano le deputate Barbara Saltamartini (PdL) e Alessia Mosca (Pd), prime firmatarie di due proposte di legge per l`introduzione del congedo obbligatorio di paternità. "La nostra intenzione è arrivare a un`approvazione del testo il più rapida possibile. In questo modo verrebbe introdotto un forte elemento di innovazione nella gestione e nei tempi di condivisione del lavoro familiare, avviandoci finalmente verso il principio delle pari responsabilità di cura", conclude.

giovedì 21 ottobre 2010

Sanità: il dramma di mille siciliani malati di aids per trasfusioni infette

In Sicilia ci sono mille persone malate di Aids per colpa di una trasfusione sbagliata. Si tratta degli emofiliaci che hanno ricevuto una fiala di emoderivato infetta, importata dal terzo mondo per risparmiare sui costi di produzione. Il caso delle trasfusioni sbagliate viene raccontato nel prossimo numero di ''S'', il magazine che in edicola da sabato. Nel mensile viene raccolta la testimonianza di uno degli ammalati, che come gli altri ha chiesto un risarcimento che potrebbe non arrivare.
La sorte delle cause intentate dai malati di Aids, infatti, e' appesa a un filo. La legge Cirielli rischia di fare scattare la prescrizione per questi casi, che si sono verificati fra gli anni Ottanta e Novanta: se infatti in tutta Italia le persone infettate con l'Hiv sono circa ottantamila, sono solo 409 quelle che hanno ottenuto ragione da un tribunale civile. Il ragazzo che ha subito la trasfusione sbagliata, pero', non si arrende: ''Se avessi davanti i responsabili - dice - li ammazzerei con le mie mani. Sono condannato all'ergastolo per le mie condizioni di salute. Credete che possa farmi paura il carcere a vita? Mi rivedo ogni giorno dentro la bara al posto dei miei amici che sono morti''.
Anche perche', spiega, la sua vita e' fatta di una doppia verita': ''C'e' quella dei sorrisi spesso finti, delle birre non bevute dicendo che sono astemio o allergico. Delle partitelle al calcetto rifiutate perche' odio il calcio, degli sguardi con una ragazza non ricambiati per paura di dire la verita'. Non avro' mai una famiglia. Difficile trovare una donna a cui raccontare come stanno le cose''.

POLICLINICO MESSINA: INDAGINI CHIUSE PER MOGLIE RETTORE E ALTRI 2O


C'è anche Melitta Grasso, moglie del rettore dell'Università di Messina Francesco Tomasello e addetta alle pubbliche relazioni dell'Ateneo tra i 21 indagati per i quali il procuratore aggiunto Ada Merrino e l'aggiunto Adriana Sciglio hanno chiuso le indagini sull'appalto dei servizi di vigilanza del Policlinico "Gaetano Martino". L'accusa è di concorso estorsione, concussione, minacce, rivelazione di segreto d'ufficio, appropriazione indebita con l'aggravante di prestazioni d'opera, truffa, turbativa d'asta, falso in bilancio e falsa testimonianza. Secondo l'accusa Melitta Grasso avrebbe ricevuto soldi e "regalie" per agggiudicare alla società di vigilanza privata "Il Detective" un appalto da un miliardo e settecentomila euro l'anno che il 30 maggio 2008 era stato affidato, a trattativa privata, dal commissario straordinario Giuseppe Pecoraro a un'altra società, la "Corio srl", nata dalle ceneri de "Il Detective" finito il 18 febbraio dello stesso anno sotto sequestro giudiziario dopo una lunga ed intricata vertenza dei lavoratori - per poco più di 300 mila euro. Gli altri indagati sono il viceprefetto aggiunto, Gabriella Ciriago, il dirigente del Comune, Carmelo Altomonte, l'avvocato Antonino Lo Giudice, l'ex poliziotto Emanuele Galizia, Giuseppe Giammillaro, Salvatore Formisano, Cristina Corio, Antonina Corio, Daniela Corio, Natala Corio, Massimiliano Carrozza, Pietro Sofia, Pietro Previte, Giuseppe Marisca, Marco Lenci, Pietro Cacace, Federica Cacace, Vincenzo Savasta, Salvatore Privitera e Maria Russo.

Paradossi al Policlinico di Messina

Video divertente con sottotitoli (modificati) per F.Tomasello e G. Pecoraro


Palermo: assessore comunale Russo, riavviati servizi per disabili ed anziani

Il Comune di Palermo ha ufficialmente riavviato il servizio per le cure domiciliari per disabili gravi che riguarda circa 100 utenti, ed il servizio di assistenza domiciliare per anziani, che riguarda circa 300 utenti. Si tratta di servizi fondamentali destinati ai cittadini che vivono la condizione del disagio e della non autosufficienza in condizioni di ridotte capacita' economiche". Ad annunciarlo e' Raoul Russo, assessore del Comune di Palermo, che aggiunge: "Questi servizi erano stati sospesi alla fine dell'estate, poiche' erano terminate le risorse del precedente Piano di Zona del distretto socio sanitario 42, e non era stato possibile attivare quelle del Piano di zona del triennio 2010-2012 a causa dei ritardi che si erano verificati nell'approvazione della Regione Sicilia".
Il servizio riavviato avra' una copertura triennale ed in particolare per il servizio per le cure domiciliari per disabili gravi, le risorse economiche appostate sono di 3.700.000 euro (di cui 3.000.000 a carico del Comune di Palermo); per il servizio di assistenza domiciliare per anziani, le risorse economiche sono 3.500.000 (di cui 2.500.000 a carico del Comune di Palermo).

Super medici di famiglia: bollino blu per avvicinare la sanità italiana all'Ue


Non basta la convenzione con una qualsiasi regione per senrirsi medico di famiglia. Serve esperienza, il giuisto approccio sia da medico che da psicologo, confessore e amico. Ora i medici di famiglia avranno anche il "bollino blu".

Super specializzati e con una preparazione mirata anche in settori emergenti come la bioetica e le diversità etniche. È il profilo dei nuovi medici di famiglia italiani con il “bollino blu”, quello che sarà cioè garantito dalla preparazione universitaria ad hoc con il primo Master in Medicina Generale promosso dall’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Il Master, che potrà fare da apripista ad altre analoghe iniziative universitarie, offre un ulteriore grado di preparazione a coloro che, dopo l’abilitazione regionale, intendano impegnarsi in responsabilità non solo professionali ma anche didattiche e gestionali nell’ambito della medicina di base, forti di un titolo a valenza universitaria. Le richieste di iscrizione al corso - che garantisce l’acquisizione di 60 crediti formativi universitari - dovranno pervenire alla Scuola di Formazione Continua dell’Università Campus Bio-Medico di Roma entro il 7 dicembre 2010. Il corso è suddiviso in 15 moduli più uno di indirizzo. Tra i contenuti che verranno approfonditi anche il rischio pandemie, l’Educazione nutrizionale con focus su obesità e anoressia, la gestione dell’anziano, l’assistenza domiciliare e le cure palliative, la prevenzione.

Ma i riflettori saranno puntati pure sul tema del Territorio e la multi etnicità, oltre che sui temi della Bioetica e le nuove tecnologie applicate alla Medicina Generale Una svolta rispetto all’attuale formazione del medico di base: oggi, infatti, dopo il normale corso di laurea per i medici di famiglia non è prevista alcuna formazione specialistica universitaria ma la frequenza di corsi triennali gestiti dalle Regioni. Al termine dei tre anni l’aspirante medico di famiglia presenta una tesina, non equiparabile ad una tesi universitaria. Quindi, occorre accumulare punti professionali per accedere alle graduatorie.

Il nuovo percorso specialistico servirà quindi anche a “colmare la distanza” con gli altri paesi europei: in Gran Bretagna, ad esempio, la formazione specialistica in Medicina generale è condotta dalle Università e dura ora 5 anni. In Germania, la formazione dura tre anni ma avviene all’interno di dipartimenti universitari di Medicina Generale, in Francia il percorso formativo varia da regione a regione ma in quasi tutte è stato istituito un Dipartimento Universitario in Medicina Generale. In Spagna, infine, il sistema più avanzato è quello catalano, al quale si stanno ispirando anche altre regioni, che prevede 5 anni di formazione specialistica universitaria con tirocinio finale e interscambi didattici con altri dipartimenti specialistici.

Tra 20 anni, 25mila dottori in pensione. Medici di famiglia sfornati dalle Università che oltre a dialogare su un piano di pari dignità con i colleghi specializzati ed ospedalieri riescano a motivare i giovani che sembrano accusare una crisi di vocazione per la medicina generale. La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri ha infatti studiato la curva anagrafica dei medici di medicina generale, con un allarmante risultato: tra il 2015 e il 2025, circa 25mila medici di famiglia andranno in pensione e non saranno rimpiazzati per mancanza di giovani medici formati in medicina generale. Il che significa che circa 11 milioni di italiani resteranno senza medico di famiglia, soprattutto in campagna o nelle zone di montagna dove i servizi sono già al minimo.

Fazio: primo passo per formazione universitaria. «Questo è il primo passo per fare entrare l’università nella formazione dei medici di famiglia. Con l’obiettivo di rendere questa figura più autorevole». Lo afferma il ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervenuto questa mattina a Roma alla presentazione del primo Master in medicina generale, promosso dall’università Campus Bio-medico di Roma. «Obiettivo dell’Osservatorio nazionale per la formazione in medicina generale, già al lavoro - continua il ministro - è riqualificare il processo di formazione del medico di medicina generale, per rendere più “appetibile” questa figura» agli occhi dei giovani che si affacciano alla professione. «Dunque riqualificarla, mettendo insieme le competenze dell’università con l’attuale formazione che resterà di tipo regionale».

mercoledì 20 ottobre 2010

Patti, muore dopo una caduta in ospedale

La procura di Patti (Me) ha aperto un'inchiesta sulla morte di Antonio Nanì, 73 anni, deceduto a seguito di una caduta all'ospedale Romeo di Patti dov' era ricoverato. Sono stati iscritti nel registro degli indagati il medico e l'infermiera di turno la notte che l'uomo è caduto in ospedale. L'inchiesta è iniziata dopo la denuncia dei familiari di Nanì che hanno spiegato che l'uomo era stato ricoverato l'11 ottobre per sottoporsi a dialisi e poi nella notte si era alzato per andare in bagno ed è caduto.
Un'infermiera lo avrebbe aiutato a risollevarsi da terra, e ha segnalato l'episodio al medico reperibile, ma nessuno si è sincerato delle condizioni dell'uomo. Alle sei del mattino Antonio Nanì è entrato in coma per un'emorragia cerebrale, conseguenza della caduta. E' stato poi trasferito al Policlinico di Messina, dove è stato operato al reparto di Neurochirurgia, ma è morto lo scorso 15 ottobre.

IL TRIBUNALE DEL LAVORO GIUDICA ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE DELLA SR RISTORAZIONE AL POLICLINICO DI MESSINA

La SR-Ristorazione, gestrice del servizio ristorazione degenti dell’AOU Gaetano Martino, con lettera del 18/06/2010 comunicava il licenziamento del lavoratore, nonché rappresentante sindacale aziendale dell’OrSA, Giovanni Tomasello, che in occasione di un sopralluogo dell’Ufficio Tecnico del Policlinico denunciava al responsabile - Ing. Caltagirone - lo stato di degrado del servizio in questione e l’omissione di importanti obblighi previsti nel capitolato d’appalto.

La SR-Ristorazione, in linea con l’inopportuno autoritarismo mostrato sin dall’insediamento nella gestione del servizio, dichiarava “false” le denuncie del rappresentante dell’OrSA e attivava le procedure di licenziamento considerando decaduto il vincolo fiduciario con il lavoratore.
L’ovvia reazione dell’OrSA si è concretizzata nell’impugnazione, con procedura d’urgenza, del licenziamento, curata dall’ufficio legale dell’Avv. Daniele D’Orazio.

Con sentenza del 18/10/2010 - RG n° 5764/10 – il Tribunale del Lavoro di Messina ha giudicato illegittimo il licenziamento del nostro rappresentante sindacale e ordinato il suo immediato reintegro nel posto di lavoro con relativo risarcimento economico. La sentenza del Giudice del Lavoro, oltre a rendere giustizia al lavoratore che in rappresentanza dei colleghi e nell’interesse dell’utenza ha responsabilmente denunciato i ripetuti disservizi, dimostra l’attendibilità delle denuncie che l’OrSA ha vanamente esibito in tutte le sedi competenti: Direzione Generale del Policlinico, Corte dei Conti, Procura della Repubblica, Ufficio Provinciale del Lavoro e Ispettorato del Lavoro.

Le prove esibite in fase di audizione e le testimonianze, anche quelle invocate dalla parte aziendale, hanno confermato che, contrariamente a quanto previsto nel Capitolato d’Appalto, la SR-Ristorazione ha omesso l’obbligo di fornire ai degenti i pasti in contenitori ceramici, sostituendoli con impropri contenitori plastici usa e getta con tutto ciò che ne consegue per la corretta conservazione degli alimenti, è altresì emersa la veridicità delle denuncie del Tomasello relative a: lavatura manuale e sommaria delle stoviglie a causa dei ripetuti guasti della lavastoviglie sterilizzatrice, mancata raccolta dei rifiuti in caso di assenza degli addetti, presenza di scarafaggi ed escrementi di gatto…

Nel prendere atto con estrema soddisfazione della sentenza favorevole al lavoratore, non possiamo esimerci dal denunciare la passività delle Autorità competenti più volte chiamate in causa per tutelare i diritti dell’utenza e dei lavoratori, è stato necessario adire le vie legali per dimostrare la discutibile gestione di un appalto pagato con soldi pubblici ma chiaramente improntato alla spasmodica ricerca del profitto privato a danno della collettività.

Si rammenta che la SR-Ristorazione, dopo l’illecito licenziamento di Giovanni Tomasello, ha altresì operato un taglio indiscriminato al costo del lavoro, quantificabile in circa il 50% della forza lavoro ereditata dall’uscente gestione dell’appalto; come dire: se il servizio funziona male basta licenziare i rappresentanti sindacali e mandare a casa 29 dipendenti scomodi per sistemare la questione!?

Bisogna registrare, ancora una volta, l’arroganza di imprenditori “oriundi” che arrivano in città pensando di essere approdati nella “provincia babba” dove è concesso trarre profitto sulle spalle dei lavoratori senza investire un centesimo nel territorio, mentre le realtà produttive messinesi, che non godono di alcuna tutela, in molti casi (troppi) sono costrette a chiudere battenti e mandare a casa i nostri lavoratori.


Con la convinzione che l’investimento pubblico destinato all’appalto bandito dall’AOU Gaetano Martino sia sufficiente a garantire l’occupazione di tutti i lavoratori, senza i quali non si può sperare di ottenere un servizio di ristorazione degno di tal nome, l’OrSA e l’UGL hanno impugnato i licenziamenti dei lavoratori e nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso si sono rese disponibili alla mediazione posta in essere dal D.G. del policlinico Giuseppe Pecoraro. Raggiungere un accordo per il reintegro dei lavoratori senza attendere ulteriori sentenze del Tribunale sarebbe un inedito segnale di professionalità imprenditoriale e gesto distensivo nei confronti della città ospitante che fino ad oggi la SR-Ristorazione non ha inteso concedere.

martedì 19 ottobre 2010

SANITA’: A PALERMO MAXI CENTRALE STERILIZZAZIONE STRUMENTARIO

SANITA’: A PALERMO MAXI CENTRALE STERILIZZAZIONE STRUMENTARIO
E’ la piu’ grande centrale di sterilizzazione dello strumentario chirurgico e del materiale da sala operatoria in un ospedale siciliano: all’Ospedale Civico la centrale e’ pronta per entrare in funzione ed eseguire almeno 60 mila procedure di sterilizzazione all’anno, cifra che potra’ aumentare quando il servizio sara’ esteso ad altri ospedali che acquisteranno le prestazioni dall’Azienda Civico. La centrale, inaugurata stamattina alla presenza dell’Assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, verra’ gestita dal personale della Servizi Italia, (capogruppo) una ditta di Castellina di Soragna, in provincia di Parma, che curera’ le varie fasi di un processo ad alta tecnologia che permette la sterilizzazione dello strumentario chirurgico (bisturi, forbici, pinze, divaricatori etc.) e della biancheria utilizzata in sala operatoria (camici, teli,etc). La centrale si sviluppa su tre piani, per 400 metri quadrati, in una palazzina restaurata che si trova di fronte al padiglione delle Chirurgie. Al pian terreno lo spazio dedicato alle fasi delle sterilizzazione. I percorsi, diversi per il materiale sporco e per quello pulito, sono contrassegnati dai colori del pavimento. Il rosso e il giallo indicano la zona sporca, il celeste quella pulita, e il verde la zona sterile. C’e’ anche un sistema di pressione atmosferica, che varia da una zona all’altra, progettato per ridurre al minimo la contaminazione ambientale. L’Assessore alla Salute Massimo Russo, visitando la centrale, ha affermato che “si tratta di un sistema innovativo al top della tecnologia che non puo’ limitarsi solo all’ Azienda Ospedaliera Civico, ma deve offrire risposte ad altri presi’di ospedalieri. Quindi e’ un altro tassello di innovazione in direzione della qualita’, dell’efficienza, e dell’economicita’”.

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere


Policlinico, l'abusivo bis

Francesco Spinelli, a capo di Chirurgia vascolare, lo difende: "Ha specializzazione e dottorato di ricerca". Ecco quello che succede nella clinica "fiore all'occhiello" MESSINA. E' uno specializzando del Policlinico di Palermo, ma si muove come il più navigato dei medici strutturati, in perfetta autonomia e senza tutor, nell'azienda universitaria di Messina. «Professore, ho un dubbio, non so come procedere, può venire in sala operatoria a vedere?». Francesco Spinelli, il professore, è nella sua stanza di direttore dell'Unità operativa complessa di Chirurgia vascolare, il reparto che può vantare i dati migliori in termini di qualità del Policlinico Universitario di Messina. Chi ne invoca l'aiuto è Giovanni De Caridi, come si legge sul tabellino incollato al camice. Il giovane chirurgo è uno specializzando di chirurgia vascolare, e come hanno scritto il preside Emanuele Scribano e l'allora direttore sanitario, Sebastiano Coglitore, in una nota datata 24 aprile 2009 "deve svolgere attività sanitaria con la presenza costante di un medico strutturato altrimenti non c'è copertura assicurativa e si incorre in responsabilità penale", ma mercoledì 6 ottobre, alle 14 e 30, è da solo in sala operatoria: «Che c'è di male - dice Spinelli di ritorno dalla sala operatoria - Ha una specializzazione in Chirurgia generale e un dottorato di ricerca alle spalle, e poi io sono qui», dice il primario accomodato sulla poltrona dello suo studio al quinto piano del padiglione H. Ma Giovanni De Caridi, non solo è un medico che può muoversi con i limiti dei medici in formazione, ma nei reparti del Policlinico non ci potrebbe stare: non figura, infatti, negli elenchi dei dirigenti medici strutturati e non dell'azienda diretta da Giuseppe Pecoraro.

Non lamentiamoci poi quando il Policlinico di Messina vive l'agogna dei media nazionali grazie a queste situazioni che prima o poi fanno scoppiare la bomba degli scandali.

Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ QUELLI CHE IL POLICLINICO Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ

fonte Centonove

Attivato servizio di trasporto gratuito per gli studenti dell'Università di Messina



L'Università di Messina ha attivato una rete integrata di trasporto gratuito per studenti, assegnisti, dottorandi e borsisti dell'Ateneo.Non sarà piu' utilizzato il tram per motivi economici ma si impiegheranno bus navetta. Il nuovo sistema di trasporto, già attivo da ieri 12 ottobre, sarà effettuato dalla Ditta Longano Bus e prevede corse per la zona Nord e la zona Sud : da Piazza della Repubblica al Terminal Tram dell' Annunziata, è a partire dalle ore 8 con una frequenza delle corse ogni 15/30 minuti; e da Piazza della Repubblica al Policlinico (Facoltà di Medicina e Chirurgia) con frequenza delle corse ogni 20/30 minuti. A questo servizio si aggiunge l'impiego di altri bus navetta che collegheranno il terminal dell'Annunziata con i Poli universitari dell'Annunziata e di Papardo sempre con corse ogni 15/30 minuti e dalla Stazione Centrale verso Via Pietro Castelli (ang. Via Bivona) e viceversa rispettivamente con una corsa alle ore 9 e una alle 13.Gli orari e i percorsi possono essere consultati sul sito dell'Università di Messina: www.unime.it.

Carmen Amato, la biologa senza obbligatorietà


La "pasionaria" del Cisas divenuta medico grazie a Caratozzolo

Messina. In qualità di responsabile del sindacato autonomo,Csa Cisal, Carmen Amato, quando è venuto alla luce che alcuni sanitari del Policlinico erano pagati come Dirigenti Medici o come Dirigenti Biologi, benchè non fossero iscritti all'albo, si è affrettata a dichiarare: "Non è obbligatorio essere iscritti all'albo. Lo dice un parere del Consiglio di Stato". Chi più della bionda sindacalista è esperta in materia di iscrizione agli albi.

Amato è iscritta all'albo dei biologi, ma dal 31 gennaio del 2006 al luglio del 20010, quando è stata costretta ad andare in pensione per limiti di età, è stata pagata dal Policlinico Universitario di Messina come dirigente medico, benchè non risulti essere iscritta all'albo dei medici, La sua promozione si deve al Direttore Generale Carmelo Caratozzolo, ed è frutto di una delibera datata 31 gennaio del 2006, firmata dall'allora direttore sanitario Giovanni Materia e dal direttore amministrativo Vincenzo Santoro. Il dirigente Generale dell'assessorato alla Sanità Luigi Castellucci, il 27 Aprile 2007, l'ha bocciò: "Non è possibile il passaggio da dirigente biologo a dirigente medico", ha scritto Castellucci. "l'Azienda comunichi notizie in merito e invii eventualmente provvedimenti adottati".

Carmen Amato, però, dirigente medico era e dirigente medico è rimasta fino alla pensione. E' dirigente biologo. Ha la laurea in medicina. Svolge attività assistenziale medica. (forse aggiungo io perchè era sempre in giro a fare stronzismo sindacale). Al Policlinico c'è carenza di dirigenti medici, queste le motivazioni assurde riportate nella delibera firmata dal manager Caratozzolo.

Smentito però da Diana Teti, primario del reparto di Patologia clinica, che in una nota del 24 gennaio del 2006 ha scritto: "L'attività assistenziale di Carmen Amato è fortemente penalizzata dai suoi molteplici impegni di natura sindacale e didattica".(aggiungo che percepiva lo stipendio di dirigente medico indebitamente senza aver svolto mai prestazioni assistenziali se non sindacali).

E, qualche anno dopo dal successore Pecoraro (attuale manager) che oltre ad aver individuato 100 biologi in esubero, ha individuato 100 dirigenti medici superflui per l'assistenza di cui la Amato era portabandiera. (M. S.)

fonte Centonove