venerdì 22 ottobre 2010

L'Ue lancia il congedo di paternità obbligatorio: per 15 giorni babbi a casa col bebè, 20 settimane per le mamme

L’Unione Europea si muove in direzione della tutela della famiglia rafforzando l’istituto dei congedi parentali.
Non solo il congedo di maternità dovrà essere di 20 settimane, pagate al 100%, delle quali sei obbligatorie dopo il parto, ma i padri avranno diritto a stare accanto alle loro compagne ed ai loro figli per almeno due settimane, anch'esse pagate al 100% del salario. E questo non solo per i genitori naturali, ma anche per quelli adottivi. È la proposta di direttiva varata in prima lettura a Strasburgo con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti dopo la votazione di oltre un centinaio di emendamenti.
L’opposizione - Il testo - che va oltre la proposta della Commissione (18 settimane) - ora dovrà passare al trilogo, ai negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue, prima di tornare all'Europarlamento per l'approvazione. È previsto che la proposta scatenerà molte polemiche e opposizione è già stata annunciata da Francia (dove il congedo è di 14 settimane) e Gran Bretagna (si conserva il posto per 52 settimane, ma il congedo è obbligatorio solo nelle prime due dopo il parto, pagate al 90% solamente le prime 6, nelle successive sussidio minimo di disoccupazione). Londra valuta che la direttiva le costerebbe almeno 2 miliardi di sterline.
In Italia - Per le mamme italiane, che hanno una delle legislazioni più favorevoli dell'intera Europa, significherebbe un miglioramento di paga (attualmente ridotta, salvo patti aziendali, all'80%) ma non cambierebbe molto nelle condizioni di lavoro (attualmente è obbligatorio il congedo due mesi prima della nascita e per i tre mesi successivi). Per i padri, e per la famiglia nel suo insieme, sarebbe invece cambiamento significativo: le due settimane previste (ma prese solo da un papà su 5) sono garantite se la neomamma torna al lavoro o in altri casi particolari.
Pro e contro - A fronte delle perplessità da conservatrici come la francese Morin-Chartier ("proposta demagogica e irresponsabile") o della liberale inglese Elizabeth Lynne ("non bisogna rovinare i sistemi che funzionano"), il settore italiano del parlamento europeo ha accolto con soddisfazione bipartisan la proposta che punta a stimolare le nascite in un continente che invecchia. "E' importante, pur in una fase di crisi economica come questa - ha osservato Silvia Costa (Pd) - che il Parlamento europeo abbia affermato che la maternità è un valore sociale". E dal Pdl la giovane Barbara Matera ha sottolineato che il provvedimento appunto "aiuta a contrastare due fenomeni in costante crescita in Europa: il calo dei tassi di nascita e l'invecchiamento della popolazione", mentre la neomamma Licia Ronzulli - che ha votato con la figlia Virginia al petto - ha parlato di "importante passo avanti che aiuterà milioni di donne europee a conciliare meglio il ruolo di madre con quello di lavoratrice".
Saltamartini e Mosca preparano la norma italiana - "Esprimiamo grande apprezzamento per il voto di Strasburgo sulla direttiva in tema di maternità. Finalmente tutte le donne europee potranno ricevere una tutela rafforzata e soprattutto omogenea. In Italia la legislazione in materia è già all`avanguardia ma manca quasi del tutto una cultura della paternità. Proprio per questo riteniamo assai rilevante la previsione, contenuta nella direttiva Ue, di un congedo di paternità retribuito per due settimane. Sulla questione la Commissione Lavoro della Camera sta già lavorando, su impulso delle sottoscritte". E' quanto dichiarano le deputate Barbara Saltamartini (PdL) e Alessia Mosca (Pd), prime firmatarie di due proposte di legge per l`introduzione del congedo obbligatorio di paternità. "La nostra intenzione è arrivare a un`approvazione del testo il più rapida possibile. In questo modo verrebbe introdotto un forte elemento di innovazione nella gestione e nei tempi di condivisione del lavoro familiare, avviandoci finalmente verso il principio delle pari responsabilità di cura", conclude.

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