giovedì 21 ottobre 2010

Super medici di famiglia: bollino blu per avvicinare la sanità italiana all'Ue


Non basta la convenzione con una qualsiasi regione per senrirsi medico di famiglia. Serve esperienza, il giuisto approccio sia da medico che da psicologo, confessore e amico. Ora i medici di famiglia avranno anche il "bollino blu".

Super specializzati e con una preparazione mirata anche in settori emergenti come la bioetica e le diversità etniche. È il profilo dei nuovi medici di famiglia italiani con il “bollino blu”, quello che sarà cioè garantito dalla preparazione universitaria ad hoc con il primo Master in Medicina Generale promosso dall’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Il Master, che potrà fare da apripista ad altre analoghe iniziative universitarie, offre un ulteriore grado di preparazione a coloro che, dopo l’abilitazione regionale, intendano impegnarsi in responsabilità non solo professionali ma anche didattiche e gestionali nell’ambito della medicina di base, forti di un titolo a valenza universitaria. Le richieste di iscrizione al corso - che garantisce l’acquisizione di 60 crediti formativi universitari - dovranno pervenire alla Scuola di Formazione Continua dell’Università Campus Bio-Medico di Roma entro il 7 dicembre 2010. Il corso è suddiviso in 15 moduli più uno di indirizzo. Tra i contenuti che verranno approfonditi anche il rischio pandemie, l’Educazione nutrizionale con focus su obesità e anoressia, la gestione dell’anziano, l’assistenza domiciliare e le cure palliative, la prevenzione.

Ma i riflettori saranno puntati pure sul tema del Territorio e la multi etnicità, oltre che sui temi della Bioetica e le nuove tecnologie applicate alla Medicina Generale Una svolta rispetto all’attuale formazione del medico di base: oggi, infatti, dopo il normale corso di laurea per i medici di famiglia non è prevista alcuna formazione specialistica universitaria ma la frequenza di corsi triennali gestiti dalle Regioni. Al termine dei tre anni l’aspirante medico di famiglia presenta una tesina, non equiparabile ad una tesi universitaria. Quindi, occorre accumulare punti professionali per accedere alle graduatorie.

Il nuovo percorso specialistico servirà quindi anche a “colmare la distanza” con gli altri paesi europei: in Gran Bretagna, ad esempio, la formazione specialistica in Medicina generale è condotta dalle Università e dura ora 5 anni. In Germania, la formazione dura tre anni ma avviene all’interno di dipartimenti universitari di Medicina Generale, in Francia il percorso formativo varia da regione a regione ma in quasi tutte è stato istituito un Dipartimento Universitario in Medicina Generale. In Spagna, infine, il sistema più avanzato è quello catalano, al quale si stanno ispirando anche altre regioni, che prevede 5 anni di formazione specialistica universitaria con tirocinio finale e interscambi didattici con altri dipartimenti specialistici.

Tra 20 anni, 25mila dottori in pensione. Medici di famiglia sfornati dalle Università che oltre a dialogare su un piano di pari dignità con i colleghi specializzati ed ospedalieri riescano a motivare i giovani che sembrano accusare una crisi di vocazione per la medicina generale. La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri ha infatti studiato la curva anagrafica dei medici di medicina generale, con un allarmante risultato: tra il 2015 e il 2025, circa 25mila medici di famiglia andranno in pensione e non saranno rimpiazzati per mancanza di giovani medici formati in medicina generale. Il che significa che circa 11 milioni di italiani resteranno senza medico di famiglia, soprattutto in campagna o nelle zone di montagna dove i servizi sono già al minimo.

Fazio: primo passo per formazione universitaria. «Questo è il primo passo per fare entrare l’università nella formazione dei medici di famiglia. Con l’obiettivo di rendere questa figura più autorevole». Lo afferma il ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervenuto questa mattina a Roma alla presentazione del primo Master in medicina generale, promosso dall’università Campus Bio-medico di Roma. «Obiettivo dell’Osservatorio nazionale per la formazione in medicina generale, già al lavoro - continua il ministro - è riqualificare il processo di formazione del medico di medicina generale, per rendere più “appetibile” questa figura» agli occhi dei giovani che si affacciano alla professione. «Dunque riqualificarla, mettendo insieme le competenze dell’università con l’attuale formazione che resterà di tipo regionale».

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